Progetto: MARASMASTUDIO (Filomena Fusco e Giuseppe Mascolo architetti)
www.marasmastudio.it
Committente: Vito Buccella (ceo Royal Paestum)
Fine realizzazione: Giugno 2021
Quando la lungimiranza imprenditoriale incontra l’architettura, i risultati assumono un valore singolare, e sono potenzialmente in grado di stimolare trasformazioni che vanno oltre il costruito.
È il caso del progetto di l’ampliamento e rifunzionalizzazione del Royal Paestum, noto albergo della costa Cilentana.
L’area di intervento si inserisce in un contesto particolare, contraddittorio per certi aspetti, e dalla singolare bellezza, tra il Golfo di Salerno e quello di Policastro.
Il comune di Capaccio-Paestum è fulcro di un territorio compreso tra alture e mare, terra agricola feconda e spiagge protette da una meravigliosa pineta di circa 15 km, fortunato a non aver subito con la stessa violenza l’accanimento edilizio che ha colpito, e in parte trasfigurato, le coste settentrionali della Campania. Attrae visitatori, come su un infinito nastro trasportatore lineare, per il maestoso Parco Archeologico e per i numerosi stabilimenti balneari, generando turismo non frenetico. L’edilizia ricettiva della zona possiede tutte le caratteristiche che contraddistinguono la categoria a cui appartiene, il cui sviluppo è esploso negli anni 60/70.
Quinte stradali occupate da imponenti strutture autoreferenziali, che non dialogano tra loro né con la comunità, ben delimitate da recinzioni che ne “proteggono” lo spazio privato.
Il Royal è una struttura ricettiva realizzata negli anni ‘70 per la quale un paio di anni fa è cominciato un processo di rinnovamento totale.
Accoglienza, turismo, ristorazione stellata ed eventi convivevano in un complesso sistema congestionato.
Il progetto dell’ampliamento prende spunto dalla “congestione interna” per esplodere verso l’esterno, spazio precedentemente utilizzato come parcheggio, con due nuove volumetrie in sostituzione di una imponente copertura per la sosta breve delle auto, che rendono autonomo l’albergo con una nuova hall, dal ristorante.
Questa operazione ha reso possibile la riconfigurazione complessiva del piano terra, ridisegnandone i flussi interni ed esterni e gestendo le diverse categorie di ospiti.
Due corpi autonomi in acciaio e vetro, permeabili, mostrano come in una rappresentazione teatrale, tutte le attività interne alla città.
Gli interni e gli arredi sono stati disegnati su misura recuperando materiali locali e di scarto provenienti dalle demolizioni, attivando e coinvolgendo maestranze locali mediante un processo partecipativo.
Il parcheggio trova collocazione sul retro e lo spazio sul fronte stradale recupera la sua vocazione di natura urbana aprendosi e offrendosi alla città con atolli ombreggiati da contemporanee pensiline mediterranee, un anfiteatro e una aggiunta di verde, attrezzature e luoghi per il ritrovo.
Si è preferita la trasformazione alla demolizione totale, attivando un processo virtuoso di rigenerazione architettonica, urbana e territoriale.